Da una parte ci sono i disattesi trattati internazionali, dall’altra i polmoni gonfi d’acqua di chi annega. Da un lato le convenienze politiche di questo o di quello, all’angolo opposto i polpacci scuoiati di un ragazzo sopravvissuto ai campi libici. Ne ho visti tanti così, reduci dalla barbarie animalesca che trionfa in mezzo al deserto, ammutoliti, offesi, mortificati, resi cinici dalle violenze subite, incapaci di reagire, invalidi spirituali che poi, una volta arrivati non so come nelle terre della proclamata civiltà giuridica del Vecchio e Nuovo Continente, sembrano quasi increduli nel verificare sulla propria pelle l’ipocrisia dei dettati costituzionali.Non erano proprio Italia e Francia, Germania e Olanda, Stati Uniti d’America, le nazioni più sviluppate? Paesi in grado di sconfiggere per sempre la legge della jungla, nelle cui metropoli affollate e vorticose sarebbero finalmente sfuggiti ai soprusi ferini. Dunque si trattava di fandonie. Menzogne. Trucchi. Inganni a catena. Per questo i corpi che continuano ad affogare nel Mar Mediterraneo vanno idealmente posti accanto ai cadaveri del padre e della figlia fotografati sulle rive del Rio Grande che Donald Trump ha trasformato in un campo di morte.

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