La tenda simbolo di accoglienza, la preghiera prima della rottura del digiuno nel mese di Ramadan e la tavola per la condivisione della cena di Iftar, sono gli elementi che hanno caratterizzato la sera di venerdì 14 aprile presso il Centro Culturale Islamico. Musulmani e cristiani, una delegazione decanale composta di persone delle varie parrocchie e associazioni, si sono ritrovati per testimoniare la volontà di continuare e rafforzare il cammino di conoscenza e di dialogo consapevoli che la costruzione della pace passi attraverso incontri come questi.
Conduttrice della serata una giovane musulmana che ha introdotto i vari momenti. Dopo i saluti dell’Imam Abdullah Thina e del Decano Don Roberto Davanzo, sono seguiti brevi interventi di alcuni invitati, tra cui la vicesindaco Aiosa e una operatrice del carcere di San Vittore.
Alla preghiera, prima cristiana e poi musulmana, è seguita la cena con una partecipazione numerosa di giovani e famiglie.
Tutte le grandi religioni sono esposte al rischio di interpretazioni distorte che avvallano l’uso della violenza; così come al rischio di essere strumentalizzate per supportare ideologie politiche violente che arrivano a giustificare guerre tra popoli e paesi.
Eppure, quando la fede, qualsiasi fede, riscopre la propria radice profonda e viene vissuta in maniera autentica, questa e’ capace di spalancare a cammini umanizzanti in grado di liberare dalla violenza e di trasformare in positivo le relazioni, la società, la politica. Papa Francesco e il Grande Imam di Al Azhar, come rappresentati di Cristianesimo ed Islam, nel «Documento sulla fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune» sono arrivati a scrivere insieme: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere».
In questo tempo di guerra, il Decanato e il Centro Islamico di Sesto San Giovanni tornano ad incontrarsi per dialogare insieme e con la citta’ su questo tema cosi’ decisivo per la costruzione della pace: il rapporto tra religione e violenza.
Invitiamo tutti i cittadini a partecipare a questo appuntamento! L’invito e’ rivolto in particolare a tutti i rappresentati delle religioni e a tutti coloro che nelle istituzioni, nelle scuole, nelle formazioni politiche, nella società civile, nelle associazioni e nelle parrocchie hanno ruoli educativi e di responsabilità nella vita della nostra città.
Il Documento è stato sottoscritto pubblicamente il 10 Aprile 2019 anche dai rappresentanti del Decanato e del Centro Islamico di Sesto San Giovanni, insieme a numerosi cittadini. Con questo gesto, le due comunità hanno inteso impegnarsi reciprocamente e verso la città tutta sui contenuti e lo spirito del Documento con l’auspicio che, anche a Sesto San Giovanni, esso “sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni; sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita”.
Un autentico manifesto per il futuro!
Di seguito potete ascoltare e leggere il messaggio inviato da Papa Francesco per questa giornata
Dopo oltre 1700 repliche in 11 diversi Paesi del mondo, il prossimo Venerdì 12 Novembre alle ore 21.00 arriverà anche a Sesto San Giovanni presso il Teatro Vittoria il monologo teatrale con accompagnamento musicale tratto dal libro Pierre e Mohamed. Algeria, due martiri dell’amiciziadi Adrien Candiard.
Uno spettacolo ispirato alla storia vera di Pierre Claverie - il vescovo di Orano beatificato da papa Francesco - e dell’amico musulmano Mohamed Bouchikhi, assassinati insieme in Algeria il 1° agosto 1996 dallo stesso terrorismo che colpì anche i monaci di Tibhirine. Il monologo alterna le voci dei due protagonisti. L’uno spiega il perché del legame di amicizia con l’altro. La particolarità del testo consiste nel fatto che le parole di monsignor Claverie sono autentiche, perché tratte dai suoi numerosi scritti, mentre quelle di Mohamed sono frutto della libera interpretazione letteraria di Candiard. Dal debutto nel 2011 al Festival di Avignone il monologo ha letteralmente girato il mondo: oltre che in Francia, è stato rappresentato in Algeria, Egitto, Israele, Turchia e Territori palestinesi. È stato messo in scena nelle più diverse situazioni: festival teatrali, moschee, ospedali, carceri, scuole, cattedrali…
Con la regia e le musiche di Francesco Agnello e l'interpretazione di Lorenzo Bassotto, Pierre e Mohamed è realizzato in collaborazione con AIRCAC. Dopo l'anteprima nazionale al Meeting di Rimini, lo spettacolo è in programma in tutta Italia a partire da settembre 2019.
Uno spettacolo teatrale per raccontare il dialogo possibile!
Lo spettacolo apre il percorso 2021-2022 di conoscenza e dialogo che il Decanato e il Centro Islamico di Sesto San Giovanni offrono annualmente alla città ed è co-promosso da entrambe le comunità. Crediamo che questo appuntamento abbia un rilievo molto significativo per la nostra città, per cui invitiamo calorosamente tutta la cittadinanza a partecipare.
Lo spettacolo è stato presentato anche a Milano il Settembre 2019 alla presenza del Vescovo Delpini. Di seguito il suo commento