La violenza terroristica che sta macchiando l’Europa in queste ultime settimane, culminata nelle stragi avvenute la scorsa settimana a Nizza all’interno di una Chiesa Cattolica e ieri per le strade del centro di Vienna, ci riempie di sgomento e di preoccupazione.
Ci stringiamo innanzitutto alla sofferenza delle famiglie delle numerose vittime, assicurando loro la nostra incessante preghiera.
Proprio pensando a loro e al futuro di tutta la società europea che sarà sempre più un “meticciato” di popoli e culture, sentiamo di dover ribadire insieme l’importanza di costruire e praticare percorsi autentici di incontro, di conoscenza, di dialogo, di integrazione, di cittadinanza e infine di inclusione; convinti che questi siano i principali antidoti capaci di contrastare il rischio di radicalizzazioni estremiste e in grado di generare legami comunitari e quindi una vera sicurezza sociale.
Consapevoli di questo, le nostre comunità in Sesto San Giovanni hanno camminato insieme negli ultimi anni, fino ad approdare, il 10 Aprile 2019, a controfirmare, come manifesto di impegno reciproco e verso la Città, il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, scritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.
Di fronte a Dio e di fronte al sangue innocente versato, facciamo allora ancora una volta nostre le parole di quel Documento:
“Dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi. Per questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione. Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio, che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e nella loro esistenza. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente”
“La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”.
Con questo slancio proseguiamo nel nostro cammino, portando nel cuore le vittime e rimettendoci al servizio della Città, particolarmente in questo tempo di pandemia!
I Sacerdoti, le Religiose e i membri Laici del Consiglio Pastorale Decanale di Sesto San Giovanni
L’Imam e il Presidente del Centro Culturale Islamico di Sesto San Giovanni
Con l’adesione di don Giampiero Alberti per il CADR - Centro Ambrosiano di Dialogo con le Religioni
Oggi, Giovedi 14 maggio 2020, e’ una data che ricorderemo!
Raccogliendo l’Appello dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana a vivere una giornata di preghiera, digiuno e gesti di carita’, in questa giornata le religioni di tutto il mondo si stanno rivolgendo a Dio ad una sola voce perché preservi l’umanità e la aiuti a superare la pandemia.
«Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo – si legge nel testo dell’Appello – che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta: la rapida diffusione del coronavirus. Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale grave crisi». Di qui l’invito a ogni persona, in ogni parte del mondo, a seconda della sua religione, fede o dottrina, a pregare perché “Egli sradichi questa epidemia, ci salvi da questa afflizione, aiuti gli scienziati a trovare una medicina che la sconfigga, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio”.
Numerosissimi i leaders religiosi e capi di Stato che hanno aderito a questo momento: Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo, Papa Tawadros II, il grande imam di Al-Azhar al–Tayyeb, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e tanti altri.
Nessuno è escluso dall’iniziativa. Ogni persona, sia essa cristiana o appartenente ad altre religioni o non credente potrà oggi rivolgere una preghiera personale, un pensiero spirituale, una riflessione sulla condizione umana perché il mondo superi l’emergenza. Al contempo, si potrà accompagnare questo momento interiore con un’iniziativa concreta volta ad aiutare chi è maggiormente nel bisogno. Un pensiero speciale a quanti sono stati strappati ai propri cari dalla violenza del virus, spesso senza nemmeno il conforto della loro presenza
La preghiera comune di questo giorno e’ per tutti un segno spirituale e universale: malgrado le differenze, non ci si salva da soli ma soltanto riconoscendoci vicini nella comune umanità e affrontando insieme la lotta per la vita di tutti. Quando la crisi finirà saremo chiamati a ricreare e popolare spazi di fraternità, solidarietà e pace. Da questa emergenza, dovremo rinascere nuovi, migliori di come siamo stati. E non solo a livello personale.
Anche nella nostra citta’ di Sesto San Giovanni tante persone oggi prenderanno parte silenziosamente a questo gesto. In particolare la Chiesa Cattolica, la Chiesa Copta Ortodossa, la Chiesa Ortodossa Romena e il Centro Islamico hanno pensato di accompagnare questo tempo speciale con un semplice video.
Col desiderio di approfondire lo spirito di fraternità e di servizio alla città, prosegue anche quest’anno il percorso di dialogo e di conoscenza reciproca tra la comunità cristiana e la comunità musulmana presenti a Sesto San Giovanni. Il confronto verterà sull’importanza che, nelle due fedi, riveste la dimensione della carità. Tre i momenti proposti.
Il primo si è svolto mercoledì 13 novembre presso la Moschea di Via Luini. “L’altro, un fratello da sostenere ed amare”: la carità nel Cristianesimo e nell’Islam alla luce delle Scritture. Relatori: don Roberto Davanzo (Parroco di Santo Stefano) e Dott Kamel Layachi (Comunità Islamica del Veneto).
La proiezione di un filmato curato dai giovani musulmani e cristiani sul significato dei loro incontri di amicizia e scambio, ha introdotto la serata, che ha visto la presenza di un numeroso uditorio.
Don Roberto Davanzo, nella sua relazione, ha sottolineato, attraverso un breve percorso biblico, come per i cristiani il fondamento dell’impegno nella carità sia costituito dal mistero dell’incarnazione. Con la nascita di Gesù, Dio assume la condizione umana e per chi riconosce in Lui il Figlio di Dio, ogni uomo e ogni donna diventa fratello e sorella. Non ci sono più divisioni e barriere, perché in Lui siamo tutti parenti, appartenenti alla stessa famiglia. È una “bestemmia” ragionare nei termini di prima i nostri e poi gli altri o vedere nell’altro un avversario dal quale difendersi. Dio Padre non fa distinzioni perché tutti/e sono suoi figli/e. Gesù chiede ai suoi discepoli e alle sue discepole di imparare dal Padre misericordioso (Mt 5,2.43-48). È sempre presente la tentazione di separare il prossimo dal nemico. Nella parabola del buon samaritano (Lc 10,25-37), proprio il samaritano (considerato straniero/eretico) diventa il modello di comportamento dell’essere prossimo, rispetto a chi era maggiormente tenuto ad osservare la legge della carità (sacerdote e levita). L’amore, la compassione lo muovono verso colui che in quell’incontro casuale, è nella necessità. La parabola indica anche come agire: farsi vicino, operare tutto quello che si può e mettere a disposizione quello che si ha, coinvolgendo altri. Gesù conclude dicendo: “Va’e anche tu fa’ lo stesso”.
Kamel Layachi, per la comunità islamica ha evidenziato l’importanza del dialogo tra le due comunità, non solo coltivando l’ascolto, la conoscenza, la stima e il rispetto, ma facendo delle cose insieme per il bene comune. Il dialogo si fa tra le persone, radicate nella rispettiva fede, pur mantenendo le loro differenze, diventano dono l’uno per l’altro. Il Documento di fraternità firmato da Papa Francesco e dal grande Imam di Alzhar è storico e costituisce un punto di arrivo e nello stesso tempo, uno di partenza, un riferimento costante per il futuro cammino insieme. Nel Corano la carità non è solo elemosina, anche se l’obbligo della decima costituisce il terzo pilastro dell’Islam (zakat). Vengono anche indicate le 8 categorie a cui devolvere quanto raccolto dall’Istituto della decima. Come il digiuno è la purificazione del corpo, così la decina è la forma di purificazione della ricchezza della persona. Un altro Istituto è costituito da Waqf, una fondazione che gestisce proprietà immobiliari al sevizio della popolazione, in particolare quella più bisognosa. Infine abbiamo la sadaqa, termine che viene usato per indicare la carità volontaria. Questo concetto comprende qualsiasi atto di donare per compassione, amore, amicizia o generosità. La carità nel Corano assume quindi varie dimensioni: è solidarietà, aiuto concreto, benevolenza nei confronti degli altri, in quanto riconosciuti come creature di Dio, visti nella loro dignità e inviolabilità.
È seguito un breve dialogo con i relatori. Entrambi hanno concluso evidenziando che “ solo una religione autentica può renderci più umani” e contribuire alla costruzione del bene comune.
Il prossimo appuntamento sarà sabato 15 febbraio 2020. I giovani delle due comunità inviteranno a partecipare a un gesto di carità.
Stefania Granata (Commissione decanale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso)
Il Video prodotto dai giovani del Decanato e del Centro Islamico di Sesto San Giovanni e presentato ufficialmente all'incontro del 6 novembre tra l'Arcivescovo e gli Imam presenti sul territorio diocesano
Il Decanato e il Centro Culturale Islamico di Sesto San Giovanni invitano la città ad un nuovo percorso di conoscenza e di dialogo sull’importanza della carità nelle due fedi
Il 10 Aprile 2019 i rappresentanti del Decanato e del Centro Islamico di Sesto San Giovanni, insieme a numerosi cittadini, hanno sottoscritto pubblicamente il “DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA, PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE”, lo storico testo proposto al mondo intero da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar. Con questo gesto, le due comunità hanno inteso impegnarsi reciprocamente e verso la città tutta sui contenuti e lo spirito del Documento con l’auspicio che, anche a Sesto San Giovanni, esso “sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni; sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita”. Un autentico manifesto per il futuro!
Col desiderio di approfondire questo spirito di fraternità e di servizio alla città, prosegue anche quest’anno il percorso di dialogo e di conoscenza reciproca tra comunità cristiana e comunità musulmana presenti a Sesto San Giovanni. In particolare ci interrogheremo insieme sull’importanza che, nelle due fedi, riveste la dimensione della carità. Tre i momenti proposti:
Mercoledi’ 13 Novembre 2019, ore 21.00 presso la Moschea di Via Luini: “L’altro, un fratello da sostenere ed amare”: un confronto, a partire dalle scritture e dal Documento sulla fratellanza, in merito al significato della carità nel Cristianesimo e nell’Islam. Relatori: don Roberto Davanzo (Parroco Santo Stefano), Dott Kamel Layachi (Comunità Islamica del Veneto)
Sabato 15 Febbraio 2020, luogo da definire: Vivere insieme la carità: i giovani delle due comunità invitano a partecipare ad un gesto di carità
Venerdi’ 17 Aprile 2020, ore 21.00 Spazio Arte: Testimoni di Fratellanza: dopo oltre 1400 repliche in 7 diversi Paesi del mondo, verrà presentato anche a Sesto San Giovanni lo straordinario SPETTACOLO TEATRALE “Pierre e Mohamed - Un cristiano ed un musulmano amici. Fino alla morte. Insieme”, ispirato alla storia vera di Mons Pierre Claverie - Vescovo di Orano - e dell’amico musulmano Mohamed Bouchikhi, assassinati insieme in Algeria il 1° agosto 1996 in un attentato terrorista.
Di seguito alleghiamo il programma completo con le indicazioni dei luoghi e degli orari.
Invitiamo a unirsi a questo percorso anche tutte le Confessioni Cristiane e le altre Religioni presenti in città, le Associazioni e la cittadinanza tutta.
Ci auguriamo sinceramente che il nostro contributo, accanto a quello di tanti altri, possa essere un seme verso un futuro di pace.
SHALOM, SALAAM, PACE
Il Decanato di Sesto San Giovanni
Il Centro Culturale Islamico di Sesto San Giovanni
Per informazioni:
Decano don Leone Nuzzolese, Parrocchia San Giuseppe, tel 02 22472724
Direttore Imam Abdullah Tchina, Centro Culturale Islamico SestoSG, tel 3398582722 – 0226226872