Quattro linee, coi conseguenti nodi, si sono alternate e intrecciate, quasi come 'convergenze parallele', in questo trentunesimo viaggio internazionale di papa Francesco, che torna oggi a Roma dopo giorni intensi divisi tra Mozambico, Madagascar e Mauritius. La linea degli appelli ai governanti, affinché promuovano il vero sviluppo dei loro popoli, combattendo fenomeni endemici come la povertà e la corruzione o nuovi rischi come la deforestazione che deturpa la «casa comune» e ipoteca fortemente l’avvenire dell’intero pianeta.
La linea dell’incoraggiamento ai giovani, perché non si arrendano al 'non c’è niente da fare' e in dialogo costruttivo con le altre generazioni prendano in mano il loro futuro, che per molti aspetti è già presente. La linea, potremmo dire profetica, di Chiese per le quali, come ha detto espressamente il Pontefice, il primo compito è quello di annunciare il Vangelo ai poveri e con i poveri (gli esempi del resto non mancano e Francesco non ha mancato di sottolinearli).