Sociologi, demografi, economisti, giornalisti concordano: viviamo in un’epoca metropolitana, che nell’arco di pochi decenni (due, al massimo tre) vedrà il settanta per cento della popolazione mondiale vivere nei grandi centri urbani, i luoghi ideali di aggregazione di quella che il sociologo Richard Florida ha brillantemente definito la «classe creativa », quella che include le persone specializzate nella nuova economia digitale, appassionate di innovazione, ansiose di elaborare tecnologie sempre più avveniristiche e avanzate e sempre meno interessate alle forme tradizionali di aggregazione sociale (la famiglia e le parentele, le chiese, le scuole, i partiti).
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