Intervista al cardinale Matteo Maria Zuppi ·
«Paolo non guarda la città di Atene e il mondo pagano con ostilità ma con gli occhi della fede. E questo ci fa interrogare sul nostro modo di guardare le nostre città: le osserviamo con indifferenza? Con disprezzo?». Mercoledì scorso il Papa ha posto questa domanda al popolo dei cristiani durante la catechesi del mercoledì dedicata alla lettura degli Atti degli Apostoli; il brano in particolare era quello del discorso di San Paolo ad Atene sull’Aeropago, che segna in qualche modo il primo incontro tra la fede nuova del Vangelo e il mondo della cultura e della civiltà occidentale.
Il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna che ha fatto dell’incontro con la realtà delle città il punto qualificante del suo impegno pastorale, si sente sollecitato dalle parole del Santo Padre, lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del saggio di Mauro Magatti e Chiara Giaccardi La scommessa cattolica, sull’impegno dei cattolici nella società, nella città:
Innanzitutto vorrei dire che la città è una dimensione fondamentale, dove dire “città” non vuol dire soltanto riferirsi a conglomerati urbani di un certo numero di abitanti, ma significa parlare della “città degli uomini”. Ricordo che quando a Bologna abbiamo fatto proprio il Vangelo della città abbiamo dovuto aggiungere l’espressione “la città degli uomini” perché altrimenti ai paesi sembrava parlassimo di Bologna e non dell’incontro con quel luogo di incarnazione che è la città.
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