L'attivista democratico: la polizia spara sui cittadini, arresta giornalisti e infermieri, costringe gli studenti a rifugiarsi nelle università. Non si può restare a guardare. Italia compresa
   
«A Hong Kong c’è una crisi umanitaria. La polizia spara sui cittadini, arresta giornalisti e infermieri, costringe gli studenti a rifugiarsi nelle università. Il mondo non può restare a guardare. Italia compresa. Dovete prendere posizione, appoggiare il nostro popolo, la nostra lotta per la democrazia». Joshua Wong (attivista per la democrazia, ndr) non sembra sorpreso della decisione del tribunale di confermare il «no» al permesso di espatriare. È in attesa del processo di appello, in libertà provvisoria, ogni volta deve chiedere il permesso. A settembre, per andare in Germania, glielo diedero. Stavolta, per venire in Italia ospite della Fondazione Feltrinelli e ritirare un Premio, no. 

«Me l’aspettavo. I tribunali ora sono sotto pressione, dopo la decisione della Corte Suprema di dichiarare l’incostituzionalità della legge contro l’uso delle maschere durante le manifestazioni. Una sentenza coraggiosa che è stata già criticata da Pechino e che creerà molti problemi ai magistrati. Dire che me l’aspettavo tuttavia non significa dire che l’accetti e che mi rassegni. Impedirmi di viaggiare, significa impormi delle pene accessorie prima ancora di aver subito una condanna definitiva. Inaccettabile. Non è questa la giustizia alla quale eravamo abituati. È la prova che il famoso “un Paese due sistemi” non funziona, è già morto e sepolto»

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