Pagheremo tutti, in un modo o nell’altro. Pagheremo tutti questo divorzio, a cominciare dal Regno Unito, il cui pedaggio per mancata crescita economica provocata dalla Brexit raggiungerà secondo stime prudenti i 200 miliardi di sterline: curiosamente, la stessa somma che Londra ha versato all’Europa dal momento del suo ingresso nella Cee nel 1973 a oggi.
Pagheremo l’uscita dal continente di una nazione da sempre riottosa e orgogliosa, troppo orgogliosa della propria eccezionalità, che ha rifiutato moneta, regole finanziarie, normative che si armonizzassero con il resto d’Europa forte di quegli opt out che le consentivano restare dentro rimanendone in parte fuori, di beneficiare dello status di Paese membro salvo poi reclamare la propria estraneità secondo convenienza.