È la forza del tempo che cambia ciò che sta dietro i risultati delle elezioni europee. È infatti l’Europa di Maastricht a uscire ammaccata dal voto di domenica. Il Trattato che regge la forma attuale della Unione è figlio di un tempo (i primi anni 90) che non esiste più. Un tempo in cui era ancora possibile pensare che il mondo poteva essere governato semplicemente garantendo le condizioni per la crescita dell’economia finanziaria.
Ora però le cose sono molto diverse. E, col voto di questi giorni – che rispecchia non solo un nuovo Parlamento, ma anche equilibri nazionali molto diversi tra loro – nessun Paese, nemmeno la Germania, potrà più pensare che quello, schema possa reggere l’urto del tempo. Per navigare nell’oceano tempestoso del post-2008 la politica ha un ruolo molto più centrale e decisivo.
E di politica non si può più fare a meno.
Continua a leggere sulla pagina di Avvenire