Sabato 22 giugno, in occasione della festa di san Tommaso Moro, patrono di governanti e amministratori, la diocesi di San Marino -Montefeltro ha organizzato una giornata di riflessione e preghiera per i politici alla quale è intervenuto il presidente della Conferenza episcopale italiana che ha tenuto una relazione sull’impegno sociale nell’esperienza di Giorgio La Pira. Qui di seguito ampi stralci dell’intervento.

Il tema — «L’impegno sociale fra profezia e concretezza» — è impegnativo ma, al tempo stesso, molto stimolante. Cercherò di sintetizzarlo in tre concetti, tre bussole che orienteranno la mia riflessione e che sono: l’impegno sociale come vocazione cristiana; la profezia come dono di Dio; l’eredità di La Pira nel mondo di oggi.

Iniziamo dalla prima bussola a cui prima ho fatto riferimento: l’impegno sociale come vocazione cristiana. Per sviluppare questo concetto bisogna porsi una domanda iniziale: chi è stato Giorgio La Pira? Egli può essere definito in molti modi: un politico, un professore universitario di diritto romano, un terziario domenicano oppure un terziario francescano. In moltissimi, ancora oggi, a Firenze lo ricordano come il «sindaco santo». Ognuna di queste definizioni è senza dubbio vera. A mio avviso, però, l’espressione migliore, quella che riesce a sintetizzare la sua versatile personalità, è quella che lo definisce come «un mistico in politica». [...]

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Matteo Salvini cresce di voti, ma a quanto pare non ancora di saggezza. E pensa di farsi tranquillamente i ministeri degli altri, ma proprio tutti: i ministeri tipici della politica, che sono sinonimo di “potere” e dovrebbero esserlo di “dovere”, tanto quanti i ministeri propri della comunità cristiana, che sono sinonimo di “servizio”.

Qualche giorno fa, infatti, con un precipitoso cinguettio su Twitter, il ministro dell’Interno aveva fatto sapere di voler convocare le parti sociali al Viminale come se quel colle e quel palazzo fossero diventati anche la sede del dicastero delle Attività produttive e del Lavoro o addirittura fossero di nuovo (come in anni ormai lontani) assurti al ruolo di principale sede di governo che è oggi di Palazzo Chigi.

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«Come alimentare una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica? Come far prevalere nelle nostre comunità l’accoglienza dell’altro e di chi è diverso da noi perché appartiene a una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra? Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione?». Dalla collina di Posillipo che s’affaccia sul mare, sono queste domande dirette a fare da incipit nell’intervento che papa Francesco rivolge agli ascoltatori nascosti sotto ombrellini bianchi per riparasi dalla canicola del sole di Napoli.

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Definisce il Mediterraneo un «luogo teologico» perché «da esso vengono alla nostra fede provocazioni a pensare» e perché «ci aiuta a capire il sogno di Dio, per quanto paradossale possa sembrare, il sogno di un’unità della famiglia umana come armonia delle diversità». Giuseppina De Simone è la coordinatrice del biennio di specializzazione in “teologia dell’esperienza religiosa nel contesto del Mediterraneo” che da due anni propone a Napoli la Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale. Nella linea di questo percorso si colloca il convegno nel capoluogo campano che papa Francesco conclude oggi. Fra gli interventi di ieri – prima giornata di lavori – c’è stato quello di Giuseppina De Simone.

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Le democrazie sono al centro del desiderio politico. O almeno lo sono state per molto tempo e si sono identificate con la libertà, l’autonomia, l’auto-governo, con la vittoria della maggioranza e del numero sul singolo sovrano. La democrazia è, potremmo dire in sintesi, il desiderio della multitudine di sostituirsi al re, al dittatore o a un gruppo ristretto ma dominante, alle élites, alla casta, all’establishment. Ma la folla, le masse, l’aggregazione dei singoli, si trova di fronte ad un impasse, che nel mio recente libro pubblicato dal Mulino, Popolo ma non troppo ho denominato “malinteso democratico” ...

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